I benaltristi delle riforme che non si fanno mai

Da Wikipedia: “Il benaltrismo è un espediente retorico che consiste nell’eludere un tema o un problema posto in una discussione, adducendo semplicemente l’esistenza di altre problematiche più impellenti o più generali, spesso senza chiarirle specificamente. […] In questo modo l’autore si sottrae a ogni valutazione oggettiva delle posizioni e soluzioni altrui, pronunciando de facto un giudizio di inutilità su ogni risultato raggiunto nel campo, come sulla legittimità della discussione, rimandando sine die la questione.”. Anche sulle riforme costituzionali i benaltristi abbondano. Le riforme costituzionali non s’hanno da fare perché ci sono tantissime altre cose più importanti da fare prima. La riforma del fisco, la riforma della giustizia, la riforma della Pubblica Amministrazione, del lavoro, della scuola e chi più ne ha più ne metta. Tutte riforme fondamentali onestamente. Tutte riforme di cui parliamo da decenni, ma che alla fine non si fanno mai, si fanno in parte o si fanno male. 

Quindi: la riforma costituzionale non si deve fare perché c’è “ben altro” di cui occuparsi prima. Ma quel “ben altro” non si fa mai. Perché non si fa mai? Perché non si riesce a fare in maniera completa, bene e una volta per tutte una riforma che sia una? È molto semplice ed evidente. La durata media di un governo in Italia è di poco più di un anno. Abbiamo avuto 68 governi in 76 anni da quando è iniziata la Repubblica. Nessun governo riesce mai ad avere un orizzonte temporale sufficiente e adeguato a fare per bene le riforme che servono. Non c’è visione e non c’è pianificazione. Come si fa a riformare il fisco, la giustizia o la PA in qualche mese? È impossibile.

Prima di poter fare queste riforme, bisogna farne una prima. Una riforma costituzionale che consenta ai cittadini di eleggere direttamente chi guida il governo per 5 anni senza possibilità di ribaltoni, assicurando così stabilità, governabilità e possibilità di fare riforme lungimiranti su tutte le materie per le quali è necessario. È come arare il campo prima della semina. Se non viene fatto, i semi non attecchiranno bene al terreno e i frutti non saranno quelli sperati.

Facciamo la riforma costituzionale per eleggere direttamente chi guida il governo per 5 anni senza possibilità di ribaltoni e poi tutte le altre che servono per cambiare l’Italia, con buona pace dei benaltristi di tutti i colori.

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