Piero Calamandrei docet: le dittature nascono dai governi instabili

Uno dei temi più usati contro un cambiamento della forma di governo verso il semipresidenzialismo è quello dell’”uomo forte”, dell’”uomo solo al comando”. Questo è solo uno spauracchio agitato da chi vuole impedire il cambiamento, o per ideologia o per un eventuale tornaconto personale o partitico.
Il modello semipresidenziale è un modello assolutamente democratico, dove ci sono forti contrappesi ai poteri del presidente e dove il ruolo del parlamento rimane fondamentale. È assurdo che venga rappresentato come un passo avanti verso la dittatura, considerando che due delle maggiori democrazie mondiali, USA e Francia, sono rispettivamente una repubblica presidenziale e una semipresidenziale.


Nel modello semipresidenziale francese i poteri sono distribuiti, non accentrati su un solo uomo come si vorrebbe far credere. Il potere legislativo è attribuito al Parlamento, composto dall’Assemblea Nazionale e dal Senato. Il potere esecutivo è condiviso tra il Presidente della Repubblica, che viene eletto direttamente dai cittadini, e il Capo del Governo: da un lato è il Presidente che ha il compito di nominare il Primo ministro e, su proposta di quest’ultimo, anche gli altri membri del Governo, ma dall’altro il Governo deve necessariamente ottenere la fiducia da parte dell’Assemblea Nazionale.
Nessuno ha “pieni poteri”. Non c’è un uomo solo al comando. C’è una figura istituzionale, il Presidente della Repubblica, che rimane in carica 5 anni perché eletta dai cittadini (come il sindaco in ogni comune italiano) che guida il governo e detiene il potere di scioglimento delle Camere. Ma il Parlamento continua a esercitare il potere legislativo e a dare la fiducia al primo ministro.


Il padre costituente Piero Calamandrei era un sostenitore del presidenzialismo e in Assemblea costituente disse: “In Italia si è veduta sorgere una dittatura non da un regime a tipo presidenziale, ma da un regime a tipo parlamentare, anzi parlamentaristico, in cui si era verificato proprio il fenomeno della pluralità dei partiti e della impossibilità di avere un Governo appoggiato ad una maggioranza solida che gli permettesse di governare.”.
Le degenerazioni della democrazia, come spiega Calamandrei, derivano dall’instabilità. Garantire stabilità è un bene. È quello che serve all’Italia per iniziare ad avere una programmazione di lungo periodo e per fare quelle riforme che sono state rimandate per troppo tempo.

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